Qual è la differenza tra il transfer, la serigrafia, e la stampa digitale?
Per iniziare a stampare almeno a due colori, quale è la tecnica più economica?
Luca
Con il transfer serigrafico, eseguibile con due attrezzi (un banco manuale a un colore e una termopressa) è possibile ottenere stampe a uno o più colori e trasferirle su t-shirt.
Il procedimento del transfer serigrafico, illustrato in modo chiarissimo nel dvd didattico di Angelo Barzaghi, produce stampe serigrafiche, quindi resistenti ai lavaggi, ed è adatto a tutte quelle situazioni in cui il numero di stampe con il medesimo soggetto è piuttosto elevato.
In alternativa esiste il transfer digitale, che richiede una stampante laser o ink jet, un plotter da taglio, una termopressa. Le stampe così ottenute sono meno resistenti ai lavaggi, ma il sistema si rivela economico quando il numero di stampe è modesto, o perfino limitato a un solo esemplare.
Il materiale di trasferimento, su cui si stampa, è:
– carta siliconata per il transfer serigrafico;
– carta transfer laser, o ink jet, per tessuti chiari o per tessuti scuri, nel caso del transfer digitale.
Utilizzando carte transfer laser autoscontornanti è possibile fare a meno del plotter da taglio. Ma il costo delle carte transfer laser autoscontornanti è superiore a quello delle carte transfer laser normali.
Il transfer si può eseguire su qualsiasi materiale, naturale o sintetico, che resiste alla temperatura di 160-165°C. E’ questa, infatti, la temperatura del trasferimento.
Il transfer si può eseguire su qualsiasi materiale, naturale o sintetico, che resiste alla temperatura di 160-165°C.
In base a quanto scritto, è difficile stabilire quale sia la tecnica più economica: dipende dalle caratteristiche della stampa e dalle quantità.
È sicuramente più economica, però, l’attrezzatura per ottenere i transfer serigrafici.
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