Elisabetta, Viareggio
La stampa a spessore si ottiene con un telaio spessorato. Un telaio spessorato, cioè con uno strato di gelatina che aumenta notevolmente lo spessore del tessuto, si prepara con particolari metodi. Il metodo più rapido, ma anche il più costoso, consiste nell’applicare al tessuto, anziché la gelatina, il film capillare. Questo è commercializzato in vari spessori, fino a 800 micron (otto decimi di millimetro: è veramente un alto spessore), ma normalmente ci si limita a 200 – 300 micron. Il vantaggio del capillare è che si ottiene precisamente lo spessore desiderato con una sola applicazione. L’altro metodo, più economico ma più lungo, consiste nella stesa di successive mani di gelatina fino al raggiungimento dello spessore desiderato. Conviene usare una gelatina apposita, fotopolimero puro, come la Screen Sol HS 900, che ha un alto residuo secco, quindi con poche passate bagnato su asciutto si raggiungono alti spessori. Il secondo vantaggio del fotopolimero puro è la sua alta sensibilità: nonostante l’alto spessore si fotoimpressiona con tempi di esposizione relativamente brevi. Normalmente si stampa a spessore con tessuti a maglia larga (32 fili), ma non è indispensabile. Occorre, però, che il disegno non abbia particolari fini, impossibili ad aprirsi durante lo sviluppo del telaio; occorre anche usare per fotoincidere il telaio una lampada metalalogena anziché i tubi al neon: questa, infatti, assicura una spalla diritta della gelatina incisa, chiudendo meno i filetti sottili. Lo sviluppo di un telaio spessorato richiede molto tempo, anche 30 minuti, e va effettuato solo in luce tenue. Questo tipo di stampa si fa teoricamente con qualsiasi tipo di inchiostro, ma nella pratica sono da preferirsi gli inchiostri elastici, come i plastisol, specie se il supporto di stampa è un tessuto.