Luca illustra, stampa, gira, vende, spende. Il suo è un progetto individuale che nasce davanti ad un bivio.
Ecco che cosa ci ha raccontato.
Ciao Luca, presentati tu ai nostri lettori, chi sei e che cosa fai?
Ciao a tutti! Sono Luca Brambilla, 25 anni, vengo da Cassano d’Adda, una cittadina a metà tra Milano e Bergamo, e da poco più di 5 mi occupo del mio progetto BRM t-shirts, che consiste nel produrre capi di abbigliamento con illustrazioni piratesche.
Questo progetto mi permette di coniugare 2 mie grandi passioni: l’illustrazione e lo skateboard.
Il “collante” di tutto questo è la serigrafia, che permette di trasportare le mie illustrazioni dal foglio alla t-shirt.
Come nasce la tua BRM? In quanti lavorate al progetto?
Questo progetto è nato nel marzo 2010, ed è nato da un “bivio” fondamentale per me: terminati gli studi superiori, avevo in progetto di trasferirmi a Barcellona, e così avevo da parte un piccolo gruzzoletto. Tuttavia, lanciarsi così all’estero, senza nessun progetto “concreto”, sarebbe stato un grossissimo azzardo, e se ci aggiungiamo il fatto che avevo conosciuto da poco Sara (la mia ragazza, con la quale sto tuttora) e che avevo riscoperto la passione per il disegno, è stato piuttosto semplice rinunciare a questo progetto. Ovviamente la somma che avevo da parte non poteva restare lì, e così, dopo un periodo di formazione all’Accademia di Belle Arti di Brera, unito a 3 anni di “manovalanza” in una serigrafia poco lontana da casa (Main-Art di Pozzo d’Adda), ho deciso di lanciarmi, questo è il “succo del succo” di come è nata BRM t-shirts.
Per quanto riguarda il mio staff invece, BRM è un progetto individuale: io illustro, stampo, giro, vendo, spendo ecc ecc.
Non posso però non menzionare un gruppo di persone fondamentali per questo progetto, e sono tutti i miei amici che mi danno una mano con le loro abilità: Gianluca Beretta, che oltre a montare e filmare i video si presta come modello (o come dico io, lui è “IL fotomodellA”), Marta Dell’Orto (in arte Marta Gogo) che si occupa delle fotografie, tutti i ragazzi del team di skate, ed i Latente, una band di amici che indossano sempre le mie t-shirts, io in cambio curo l’aspetto grafico.
Ovviamente poi, una grandissima mano me la danno la mia famiglia e la mia ragazza Sara.
E’stato facile creare un proprio marchio?
Direi di no, ma non vorrei che passasse l’accezione negativa della parola “difficile”: non è sicuramente una cosa da poco, e non è nemmeno immediata, ma nel mio caso mi è sembrato tutto “naturale”.
Ho avuto il giusto tempo per “pasticciare” (chi ha visto le prime grafiche sa cosa intendo), sperimentare, apprendere.
Penso che creare un proprio marchio sia una scelta coraggiosa, ma deve essere necessariamente accompagnata da grande pazienza, costanza e rigore nel progredire.
In questi anni mi è capitato di vedere tanti progetti indipendenti che procedevano sull’onda del “tutto e subito”: purtroppo in nessun campo è così, non resta altro che prenderne atto e pedalare a testa bassa. Ho dovuto e devo fare tuttora tantissimi sacrifici, ma quando ottengo qualche risultato la soddisfazione è impagabile.
Perché hai scelto proprio la serigrafia per stampare la tua linea di abbigliamento? Usi o vorresti utilizzare altre tecniche di stampa?
Prima di iniziare l’Accademia avevo il mito di Andy Warhol (e ammiro tuttora il suo lavoro). Successivamente, avendo visto e sperimentato un po’ di tecniche nella mia esperienza in Main-Art (colgo anche l’occasione per ringraziare Ivan, che mi ha permesso tutto questo), ho amato fin dal primo momento la serigrafia manuale, e penso che la serigrafia sia quella che garantisce il miglior rapporto qualità-durata: realizzo sempre stampe ad un colore, sia perché è più sostenibile economicamente, sia perché penso che non ci sia bisogno di troppi fronzoli per produrre qualcosa di valido.
Fino ad un anno fa serigrafavo veramente su tutto: riflettendoci sono giunto alla conlcusione che non è sempre la soluzione migliore per ogni capo (ad esempio per felpe ed altri capi differenti dalla t-shirt), ma se mi distacco dalla serigrafia è solo occasionalmente e per pochissime cose, questa tecnica è secondo me un po’ sottovalutata.
Leggiamo da BRM si “esegue ogni passaggio, dal foglio di carta alla t-shirt”. Quanto è importante poter seguire ogni fase del processo creativo?
Per me tantissimo! Tempistiche, responsabilità e quant’altro dipendono solo e soltanto da me, il che mi spinge a lavorare in maniera attenta, e a non cercare scuse quando qualcosa non si realizza come dovrebbe.
Girando qua e là in questi anni, ho visto che occuparsi da solo di tutto non è una cosa molto comune, probabilmente anche perché questo rallenta un po’ le tempistiche, ma dall’altro lato dipendere solo da sé stessi è altamente motivante, non devi stare ad aspettare nessuno!
Qual è il tuo target di riferimento principale? Leggiamo qualcosa sugli skaters…
Sicuramente lo skateboard gioca un ruolo importantissimo in questo progetto, sia perché è una cosa che amo fare, che mi ha dato e che mi dà tantissimo, sia perché è un mondo nel quale mi muovo da tantissimo (penso qualcosa come 12 anni, o giù di lì).
Mi ha fatto viaggiare e vivere tantissime esperienze, ed è stato vivendo in questo mondo che mi sono appassionato a tante cose parallele e che ci orbitano attorno, su tutte l’illustrazione e la grafica.
Tendenzialmente i miei prodotti si trovano negli skateshops, ma penso che una t-shirt del mio genere sia un capo accessibile a tutti, quindi non soltanto agli skaters.
Se dovessi spiegare che cos’è la serigrafia a qualcuno che non ne ha mai sentito parlare,cosa diresti?
Mi limiterei a dire che è una tecnica di stampa seriale con la quale si realizzano tantissimi oggetti; per spiegargli tutto il resto è meglio mostrare dal vivo o fargli vedere un video: non sono troppo loquace, per questo preferisco fare!
Tecnica serigrafica. Una cosa facile e una difficile da fare. Una che ti esalta e una che ti annoia.
Parto dal difficile: la realizzazione dei telai, tant’è che mi affido ad altri per realizzarli, anche perché le mie grafiche sono piene di dettagli! Aggiungerei anche il non combinare danni dopo un po’ che si stampa: l’attenzione cala inevitabilmente.
Di facile c’è la realizzazione della stampa: tirare e pressare l’inchiostro è un’azione che presto diventa meccanica.
Mi esalto quando stampo per la prima volta un nuovo disegno e vedo che è tutto giusto: i dettagli, l’abbinamento tra colore della t-shirt e colore della stampa, insomma quando alzo il telaio dal piano e vedo che tutto funziona.
Mi annoia stampare le finiture interne delle t-shirt (la piccola stampa interna con taglia ecc), perché bisogna rivoltarle tutte per una cosa piccola, ma è una finitura molto apprezzata, per cui continuo a farla.
Cosa c’è nel tuo laboratorio?
Oltre al piano di stampa, a tantissimi telai, ed una buona dose di inchiostri, c’è una termopressa che utilizzo come se fosse un forno ed una lampada alogena. ,C’è un stereo con lettore cd, sul quale mi piace mettere i dischi di band indipendenti più o meno della zona.
Per approfondire:
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