Creare qualcosa che non perda la sua forza col passare del tempo. Marco ha pensato di farlo con la serigrafia e il suo Perpetual Lab. Con lui abbiamo parlato di musica, dell’arte del reinventarsi, dei rapporti tra la serigrafia e il digitale.
Ciao Marco, facci capire chi sei, raccontaci la tua storia.
Ho 35 anni, abito e lavoro a Trieste. Sono circa vent’anni che gravito negli ambienti punk/hardcore underground.
Ho girato mezzo mondo suonando con la mia band The Secret ed essendo spesso in giro, la scelta di un lavoro indipendente è stata basilare.
Ho sempre creduto fortemente nella filosofia del do it yourself, conseguenza degli ambienti in cui sono cresciuto e dopo anni di lavori vari ho capito che un’attività artigianale con soluzioni artistiche e soprattutto in solitaria era quello che faceva al caso mio.
Come nasce Perpetual Lab e perché questo nome? Siamo curiosi!
Il primo input mi è stato dato da un vecchio amico, quando mi raccontò del suo progetto di iniziare a fare serigrafia per stampare t-shirt per gruppi musicali; al tempo non avevo alcuna idea di cosa fosse la serigrafia, ma mi aveva colpito l’idea di poter aiutare attivamente qualcuno con una passione musicale come la mia.
Da lì sono passati anni, ma tra un impegno e l’altro, non ero mai riuscito a sviluppare la cosa sino a circa quattro anni fa, quando mi sono ritrovato senza lavoro e quindi con tanto tempo a disposizione da dedicare alla stampa.
L’approccio è stato molto complicato, perché non sapevo dove sbattere la testa, non trovavo nessuno che volesse spiegarmi l’abc e tra una ricerca e l’altra mi sono trovato alla Scuola Internazionale di Grafica a Venezia.
Ho conosciuto Ece Iyigun che con molta pazienza mi ha insegnato le basi di illustrator e photoshop per poi iniziare i primi esperimenti di serigrafia e Franco Vecchiet che mi ha introdotto ad altre tecniche di stampa: l’incisione e l’acquaforte.
Pian piano ho acquistato le prime attrezzature per creare un piccolo laboratorio e tra gioie ma soprattutto dolori ho iniziato a stampare.
Il nome Perpetual Lab è nato perché mi ha sempre affascinato il concetto del più forte del tempo: creare qualcosa di duraturo e che non perda la propria forza con il passare degli anni è diventato l’obiettivo principale del laboratorio.
Sulla tua pagina Facebook leggiamo che alla Perpetual Lab nessuno si sentirà mai dire: “Questo non possiamo farlo”. E’ vero?
Sì, con un po’ di immaginazione si può fare praticamente tutto, limiti tecnici permettendo.
Una delle cose più difficili solitamente è far capire alle persone quanto lavoro ci sia dietro allo stampare 20 pezzi.
Allo stesso tempo però le richieste più assurde sono quelle che rendono più attivo questo lavoro, perché aiutano a trovare soluzioni alternative. In fin dei conti però la stampa non è mai noiosa.
Perché proprio la serigrafia? Credi che resisterà all’arrivo delle tecniche di stampa digitale? Forse sarà necessaria un’integrazione, una collaborazione fra le varie tecniche. Cosa ne pensi?
Non credo nella snaturalizzazione della tecnica e personalmente non mi piace il concetto di stampa digitale, sia per motivi estetici che pratici.
Ci siamo già passati con l’avvento delle macchine fotografiche digitali; certo sono comode, ma hanno creato una generazione di pseudo fotografi completamente incapaci.
Ovviamente il digitale integrato al lavoro manuale aiuta moltissimo, basti pensare che un volta in serigrafia i film di stampa venivano fatti a mano, mentre ora basta avere photoshop, un foglio di acetato e una stampante e il gioco è fatto.
Questo, a mio avviso, è un livello plausibile, ma anche solo paragonare stampa digitale e serigrafia per me è una follia.
Sono convinto che la serigrafia resisterà e si svilupperà sempre di più, anche sul fronte dei prodotti naturali e compatibili.
Stampi più volentieri su tessuto o su carta? Che differenze ci sono dal punto di vista della tecnica?
La stampa su tessuto ha perlopiù un fine commerciale, su carta invece ha una caratteristica più artistica, quindi stampare su carta al momento mi dà molta più soddisfazione, anche perché ho stampato molto meno rispetto al tessuto dove invece sono riuscito a sperimentare e provare un po’ di tutto.
Dal punto di vista tecnico non ci sono grosse differenze. L’unica vera differenza è che il lavoro su carta è molto più veloce e si può evitare l’uso di forni.
L’obiettivo attuale è quello di sviluppare sempre di più la stampa su carta e provare varie soluzioni.
Ho da poco aperto il webstore di Perpetual Lab dove saranno disponibili le stampe e i prodotti del laboratorio, comprese collaborazioni con vari artisti.
Tecnica serigrafica. Una cosa facile e una difficile da fare. Una che ti esalta e una che ti annoia.
La cosa più noiosa in assoluto penso sia la pulizia e il recupero dei telai, e sono convinto che la pensiamo così in tanti.
La messa a registro dei telai, soprattutto quando si tratta di 3 o 4 colori, può essere un lavoro un po’ complicato e lungo, ma si compensa con il preparare i colori che è sempre una parte facile del procedimento.
La parte più esaltante è la stampa e precisamente il momento in cui si alza il telaio dopo la prima stampa e si vede il risultato, ancora oggi, qualunque sia il design o progetto, per me quel momento è il più entusiasmante.
Il sogno nel cassetto: per chi ti piacerebbe stampare una maglietta o un’illustrazione (o quello che vuoi tu) un giorno?
Per le tutte le persone con un idea fuori dagli schemi, o semplicemente per chi ne avesse bisogno.
In questi anni ho capito che i lavori migliori escono quando c’è un rapporto di amicizia e quando qualcuno dà l’input per una collaborazione creativa e attiva: in questi casi il lavoro si trasforma in un esperienza estremamente positiva.
Se dovessi fare un nome, magari una collaborazione con Andy Warhol non sarebbe male, ma credo di essere arrivato tardi.
Acqua o Plastisol?
Entrambi, dipende dal supporto e dal risultato che si vuole ottenere. Non sono uno che esclude una o l’altra cosa.
Cosa c’è nel tuo laboratorio?
Perpetual Lab fa parte di uno studio/laboratorio condiviso tra uno studio di grafica e uno studio fotografico. Il locale si trasforma in base alle esigenze della giornata.
Nella parte del laboratorio c’è un carosello da 4 postazioni a 4 colori, un forno e una cappa flash Vastex, un tavolo da stampa su carta, una rastrelliera, una cinquantina di kg di inchiostri, sia ad acqua che plastisol e un centinaio di telai.
Nella camera oscura c’è un’armadio cieco per i telai emulsionati, una vasca di lavaggio in lamiera zincata autocostruita e un bromografo di 130 x 150 cm, anch’esso autocostruito.
Nello studio abbiamo un sacco di stampe e una libreria con molti libri di stampa, fotografia e arte.
E’ uno di quei posti dove si passa volentieri il tempo.
Per approfondire:
Perpetual Lab sul web >>
Perpetual Lab su Facebook >>