alfio, brasile
Non esiste una piccola macchina in grado di stampare, in un unico ciclo, il gratta e vinci; per farlo in modo automatico e in alte quantità occorre una linea di stampa lunga una decina di metri, con due stampanti in sequenza e due diversi forni: il tutto esiste, ma è piuttosto costoso. Le spiego come funziona questo tipo di stampa e capirà il perché.
Il gratta e vinci non è altro che una tacca rettangolare d’inchiostro (bianco, dorato o argento) che aderisce molto debolmente all’inchiostro sottostante (quello con cui sono stampati i numeri o le sigle che si scoprono con l’unghia): l’adesione è tanto debole che con l’unghia si gratta facilmente. Perché tutto questo succeda occorre che i due inchiostri siano tra loro incompatibili: infatti l’inchiostro sotto è un inchiostro UV, che si può stampare in serigrafia e che per asciugare ha bisogno di un apposito forno UV. L’inchiostro che sta sopra è invece un normale inchiostro serigrafico vinilico, che sull’UV attacca in modo molto debole e che asciuga all’aria o più rapidamente in un forno ad aria calda.
Ricoprire i biglietti già grattati ha un inconveniente: che l’unghia o il bordo della moneta usati per grattare producono dei solchi sulla carta, quindi la nuova tacca da grattare via verrebbe mal stampata. E’ un’operazione da sconsigliare.