Lui è un architetto che ha sempre fatto il grafico. Ama il disegno, la pittura e tutte le tecniche artistiche.
Con Fabio abbiamo parlato di Clockwork Pictures, laboaratorio di arti visive che ha aperto a Roma, della Poster Rock Art e, naturalmente, di serigrafia.
Ciao Fabio, racconti chi sei ai nostri lettori?
AH! Compito arduo! La versione breve è che ho 42 anni, sono un grafico autodidatta che si è laureato in architettura ma ha continuato a fare il grafico, in moltissimi settori diversi ma che nel complesso predilige disegno e pittura a tutte le altre tecniche. Lavoro come trainer per apple ed ho un mio studio / stamperia a Roma.
E la serigrafia? Quando arriva?
Alla serigrafia ci pensavo già da qualche annetto: più di una persona mi aveva fatto notare che i miei disegni si sarebbero ben sposati con la stampa serigrafica e dopo aver visto ed acquistato la mia prima stampa dai Malleus, decisi che era ora di mettersi in moto: ho quindi iniziato a navigare su forum, tutorial su youtube ed ho acquistato qualche libro su Amazon.. poi l’attrezzatura mi e’ letteralmente piovuta addosso ed ho interpretato la cosa come un chiaro segno che quella era la strada da seguire!
Clockwork Pictures è il laboratorio di arti visive che hai a Roma. Perché hai scelto questo nome?
E’ un nome scelto tanti anni fa… troppi ormai per cambiarlo! In parte un omaggio ad uno dei miei miti (Kubrick), in parte per un po’ di passione per lo steampunk, ma allora si trattò anche di trovare un nome che suonasse bene e che non fosse già preso da qualcun altro (cosa non facile!).
Cos’è la Poster Rock Art e quale interesse esiste in Italia?
Il fenomeno ha solide radici storiche nel rock psichedelico della west coast americana, anni ’60 e inizio ’70: poster stampati in serigrafia, per eventi musicali, molto spesso in edizione limitata e con una particolare cura per il disegno: non a caso la serigrafia moderna fu perfezionata e codificata proprio in quell’area.
Da qualche anno il fenomeno ha trovato una sua forte rinascita acquisendo visibilità anche grazie a siti specialistici come gigposters.com.
Nonostante l’Italia possa vantare la paternità di uno dei gruppi contemporanei più conosciuti, nel nostro paese è ancora un fenomeno parecchio al di sotto del radar: difficile fare un censimento ma ad occhio, a fare gigposters in modo continuativo e ufficiale, non so se in Italia siamo più di 10.
Sei l’ideatore e l’organizzatore di “Posters Rock” la mostra-evento che ogni anno a Roma riunisce molti artisti della poster art internazionale. Ce ne parli un po’?
La mostra nasce nel 2012 proprio con lo scopo di far meglio comprendere il fenomeno nel nostro paese: i gigposters sono ufficiali, autorizzati, stampati molto spesso a mano e sempre in edizione limitata: c’era quindi bisogno di un evento importante che potesse comunicare tutto ciò (per qualificare ciò che facciamo e distinguerlo dalle produzioni non ufficiali o stampate in digitale), per aprirsi ad un pubblico più vasto e soprattutto per radunare in un solo evento più stili possibile, onde meglio comunicare la vastità e lo spessore del fenomeno: ha funzionato, la risposta del pubblico è stata entusiastica e sono contento che l’evento possa aver portato dei benefici a tutta la categoria.
Partecipi ad altri eventi internazionali di questo tipo?
Vado ogni anno al Flatstock: è un evento itinerante organizzato dall’American Poster Institute e sempre annesso a un grosso festival musicale: in Europa si svolge due volte l’anno, una a Barcellona (nel Primaverasound) e una ad Amburgo (nel Reeperbahn Festival), mentre negli USA ci sono più date: è una mostra-mercato, con un numero di stand che parte da 30 ma può arrivare a oltre 100, in cui ogni artista è presente di persona ed espone e vende i propri lavori.
Per me l’esperienza del Flatstock è stata fondamentale: avevo fatto solo una stampa di prova e in pieno fomento e delirio di onnipotenza decisi di buttarmi e prenotare per la fiera di Amburgo. Dovetti sbattermi un bel po’ per trovare delle commissioni e produrre per tempo un numero decente di poster e quell’anno divisi lo stand con Sean Mort, anche lui all’epoca debuttante. Oltre ogni mia più rosea previsione le vendite andarono bene e ciò decisamente mi fu di sostegno psicologico per continuare nell’impresa!
Serigrafia, musica e poster. Qual è il nesso?
Io lo vedo come un matrimonio tra diverse forme di arte: la musica spesso ispira chi lavora nelle arti visive e a loro volta i musicisti sono molto spesso anche appassionati di arti visive: si lavora facilmente insieme e molto spesso i musicisti sono ben disposti a lasciarti fare in piena libertà perché sanno (perché lo sperimentano su di loro) che un artista raramente da il meglio di sé quando viene eccessivamente pilotato: per fortuna non è un settore dove chiunque produce per chiunque: ciascuno ha il suo stile e se piaci ad una band è molto probabile che ti lasceranno il totale potere decisionale sul disegno.
Se non piaci, semplicemente le trattative non iniziano! In questo contesto a me la serigrafia dà il valore aggiunto del poter fare quasi tutto con le mani: odori, tatto, sudore (!), tutte cose che dopo anni e anni di digitale mi fanno lavorare con maggiore piacere.
Se dovessi spiegare che cos’è la serigrafia a qualcuno che non ne ha mai sentito parlare, cosa diresti?
A chi non ne sa nulla in genere chiedo se sa cos’è uno stencil: se la risposta è si, gli dico che la serigrafia è come uno stencil i cui contorni possono essere estremamente complicati e in cui più stencil si possono sovrapporre con precisione per produrre disegni a più colori. Se la risposta è no o prendo carta e penna o lo ingaggio come aiutante per la prossima stampa.
Cosa c’è nel tuo laboratorio?
Da pochissimo, c’è ordine. Per i primi due anni stampavo nella mia casa / studio, incidevo i telai solo di notte (perché c’era un lucernaio non oscurabile) e lavavo i telai in una vasca (da bagno) improvvisata sulla terrazza condominiale.
Ora sono riuscito a prendere un altro spazio nello stesso stabile e a mettere su un laboratorio QUASI degno di tale nome. La maggior parte della mia attrezzatura è rimediata o autocostruita e questa è una delle cose che mi piace di più della serigrafia: si può iniziare con pochissimo.
Per approfondire:
Clockwork Pictures sul web >>
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