Luca, Pisa
Grazie per la domanda, che mi permette di chiarire certi concetti. Questo è un tipico esempio secondo cui la tecnologia è utile, magari utilissima, ma non indispensabile. Il dispositivo per alzare e abbassare il telaio ha due fondamentali funzioni: 1): consente di stampare il decoro sempre nella stessa posizione in relazione al piano stampa, quindi, per stampe a più colori, di andare a registro con i colori in successione. 2): consente di effettuare una stampa in “fuori contatto”, cioè di tenere il tessuto del telaio distante circa 2 millimetri dalla superficie di stampa; il tessuto va a contatto con la superficie di stampa solo sotto la pressione della racla e si stacca subito dopo grazie alla propria tensione : questo migliora la definizione di stampa, la “nitidezza”, per intenderci. Al problema 1) si può rimediare con opportune dime e scontri autocostruiti: la stampa risulta più lenta e laboriosa ma, almeno per decori a un solo colore, pur sempre possibile. Al problema 2) si può rimediare stampando, anziché in “fuori contatto”, a contatto, o “alla comasca”. Molti serigrafi, infatti, secondo una tradizione consolidata, nella stampa su tessuto preferiscono appoggiare il telaio alla superficie di stampa; se il decoro non ha dettagli molto sottili, il risultato è buono, specie con inchiostri a base acquosa. Con questo metodo di lavoro diventa opportuno, dopo un certo numero di passate, pulire il telaio dalla parte inferiore affinché i depositi di inchiostro non sporchino le stampe successive.