Il richiamo della metropoli è forte per Inez e Norberto.
Complici un serigrafo cubano (no, non ho detto sigaro) e una canzone degli Agnostic Front, danno corpo al loro progetto, A Mi Manera.
La loro è una serigrafia popolare con l’obiettivo di creare alternative artigianali e “personali” alle produzioni di massa.
Ciao A MI Manera, vi presentate voi ai nostri lettori, chi siete (quanti siete?) e che cosa fate?
Siamo due giovani classe ’88 e’89 che si sono incontrati per sbaglio circa quattro, o cinque, anni fa, qui a Milano. Entrambi ci siamo trasferiti, io, Norberto, dal mare e Inez dai Monti, attratti dal caos metropolitano per cercare nuove occasioni di crescita e partecipare a esperienze artistiche, sociali e culturali.
Ho studiato grafica, disegno da sempre e faccio parte dei Volks Writerz. Una crew storica milanese che ho conosciuto negli ambienti “underground” della città, un incontro che mi ha permesso di evolvermi, tessere relazioni preziose che hanno poi portato alla nascita di “A Mi Manera”.
Come nasce il progetto sulla serigrafia e perché questo nome?
Nel luglio del 2013 ho conosciuto un serigrafo de La Habana, Cuba, di passaggio a Milano.
Abbiamo deciso d’improvvisare una collaborazione artistica. Mi ha mostrato dei lucidi che aveva con sè, ne abbiamo scelto uno con la bandiera cubana sul quale sono intervenuto con un mio soggetto.
Sapevo che ad Art Kitchen, oggi Superground, c’era una giostra e ho chiesto a Ivan, con cui avevo collaborato più volte nei Volks, la possibilità di stampare.
Grazie alla maestria di Danis, in arte Ascanio, dalla giostra sono uscite una 30ina di T-Shirt. E’ stata la mia prima produzione in serigrafia, al di fuori dal Liceo Artistico.
In quel momento non avrei mai pensato che, solo sei mesi dopo, mi sarei trovato io a gestire quella serigrafia. Infatti, nella prospettiva di rinnovare lo spazio e nel passaggio da Art Kitchen a Superground, Ivan mi ha poi proposto di entrare a far parte del progetto.
Senza pensarci due minuti ho accettato e sono andato a casa di Inez, il mio socio, gli ho spiegato la situazione e gli ho proposto di iniziare con me quest’avventura. Era sera, tra un brindisi e l’altro, ci siamo fatti un sacco di fantasie su questo nuovo inizio.
Eravamo inebriati dai fumi dell’alcool, ascoltavamo una canzone degli Agnostic Front: A MI MANERA!
Su Facebook vi definite una “serigrafia popolare” che cosa significa?
Serigrafia popolare è una parte del nostro progetto.
Oltre ai lavori su commissione ed alle nostre produzioni, mettiamo a disposizione i nostri strumenti e la nostra esperienza a strutture che operano nel sociale, che fanno progetti culturali e di solidarietà, ovviamente non a scopo di lucro.
Chi è interessato, ci può presentare il suo progetto e costruire inseme a noi tutto l’iter per arrivare al prodotto finito. Non regaliamo stampe, vogliamo dare la possibilità a tutti di essere protagonisti, non clienti, di arrivare insieme alla soddisfazione di avere un prodotto finito, autoprodotto.
Perché avete scelto proprio la serigrafia?
I sistemi di stampa in generale e in particolare la serigrafia, personalmente, mi hanno sempre affascinato, dai tempi della scuola, quando erano solo materie di studio.
Oltre a quello che ci piace, abbiamo avuto la capacità di prendere al volo un’occasione e di trasformarla in qualcosa che per noi potrebbe essere un lavoro continuativo, se ci mettiamo l’impegno e la passione che questo tipo di attività necessitano.
Pochi, purtroppo, possono fare quei mestieri che sognavano da piccoli. Noi abbiamo la fortuna di lavorare con i colori, di essere liberi nel nostro lavoro e poter sfruttare la nostra creatività e la manualità per realizzare qualcosa che ci piace.
La vostra missione è “recuperare i valori del lavoro artigianale, sopraffatto da un modello di sviluppo che nell’ultimo secolo ha portato a una produzione industriale sterile e anonima”.
Pensate veramente che questo possa realizzarsi? Una inversione di rotta dallo “standard” al “personale”, all’ “autoprodotto”?
E’ quello che ci auguriamo possa succedere, lavoriamo in questa direzione.
Il nostro progetto vuole contribuire a questa inversione di rotta.
Crediamo che tanti piccoli progetti simili in diversi campi possano, se non scardinare, almeno offire un’alternativa di qualità al prodotto industriale massificato.
Leggiamo che organizzate anche incontri di serigrafia live. Raccontateci cosa succede durante i vostri workshop.
I workshop si possono sviluppare in diversi modi, a seconda del contesto e delle persone coinvolte. Possono avvenire all’interno del nostro laboratorio e far intervenire i partecipanti in tutte le fasi di realizzazione, dalla grafica, all’impressione dei telai, alla stampa, alla pulizia.
Se si svolgono fuori dal laboratorio, lavoriamo telai già impressionati e si realizza insieme solo la stampa, illustrando a voce tutte le fasi precedenti.
Esperienze di questo tipo le abbiamo avute in alcune scuole medie e durante serate o eventi.
Acqua o Plastisol?
Acqua e plastisol,
dipende da quello che dobbiamo fare. Quando facciamo workshop o live-printing, usiamo acqua. Se dobbiamo fare stampe un po’ più impegnative anche dal punto di vista numerico, plastisol. A grandi linee!
Date un aggettivo alla serigrafia per ognuno dei cinque sensi. Un colore, un suono, un profumo, un sapore e una consistenza che la descrivano.
Vista: Oro
Udito: Risata
Tatto: 100% cotone
Olfatto: Plastica di mascherina
Gusto: Doppio Malto
Cosa c’è nel vostro laboratorio?
Più che cosa c’è dentro, intanto vi spiego un po’ cosa c’è intorno.
Il nostro laboratorio è all’interno di Superground, uno spazio di co-working, dove convivono diversi progetti artistici e culturali che spesso s’intrecciano dando luogo ad interessanti collaborazioni.
E’ grazie a questo progetto che da subito abbiamo iniziato a stampare, e a creare, invogliati e contaminati dalle produzioni in comune.
Nello specifico, abbiamo una giostra, a quattro bracci, un’armadietto con attrezzi vari, il frigorifero con i colori e ultimo acquisto la maestosa pressa termica, che ci ha permesso di usare il plastisol, una bella svolta! Last but not least, ci siamo noi!
Per approfondire:
A Mi Manera sul web >>
A Mi Manera su Facebook >>
Associazione culturale Superground >>