Marco ha fatto da portavoce ufficiale ma loro sono quattro e sono un vero team da applausi. Ci siamo fatti raccontare la storia di Clapsted.
Ciao Marco, presentati tu ai nostri lettori. Chi sei e che cosa fai?
Ciao! Mi chiamo Marco e sono nel mondo della serigrafia da poco più di due anni.
A dir la verità sono un grafico e web designer, mi piace lavorare di più alla vecchia maniera… con un pezzo di carta e una matita, una penna, un pennarello, grafite, e chi più ne ha più ne metta!
Sono anche una persona che pratica vari sport come calcio, surf, kite-surf, boxe… adesso vorrei cominciare a fare arrampicata… diciamo che non pecco in sedentarietà!
Come nasce Clapsted e perché questo nome?
In un periodo di lunga disoccupazione dopo la laurea ho cominciato a disegnare qualcosa per un brand di abbigliamento etico e sportivo, un’avventura molto piacevole che mi ha fatto aprire gli occhi sul design nella moda.
Poi, siccome avevo parecchie idee ho pensato a buttarle prima su carta… e poi su maglia!
L’idea di poter avere in mano un prodotto fatto in gran parte da me era così stuzzicante che ho cominciato ad interessarmi di serigrafia, e assieme ad altri 3 amici (in ordine alfabetico Chiara, Elena e Francesco) abbiamo cominciato a stampare questi disegni.
Il nome invece deriva da accostamenti fonetici che lo facevano “suonare” d’impatto e adatto a quello che volevamo fare… in più ha un richiamo onomatopeico del battito di mani (clap) che lo rende solare alla pronuncia.
Sul tuo sito leggiamo che Clapsted è una linea di abbigliamento “urban style” ci spieghi che cosa significa e il perché di questa scelta?
Un po’ dai disegni che venivano creati, un po’ per la passione per gli sport urbani come lo skating, o per l’ammirazione verso la filosofia dei brake dancers e i writers, abbiamo deciso di utilizzare questa dicitura urban per creare una facciata ad un brand che vuole portare il suo stile alla gente che popola gli skatepark, le spiagge con un surf, le piste con una tavola da snow, gli estrosi, e a tutti quelli che si sentono originali.
Vabbè… se mi dici “ma il surf in tutto ciò cosa c’entra?”…oh, diciamo che è una questione di poetica…c’è un’affinità in tutti questi sport con la tavola, e lo urban style è quello che può esprimere al meglio il modo di vestirsi di tutta questa bella gente!
Cosa amano di Clapsted surfer e skater?
Penso sia più lo stile dei disegni, che, stampati su un capo, riesce ad esprimere quella sensazione di libertà e di stravaganza che si addice al loro stile, alla loro personalità.
Difatti non abbiamo solo disegni a mano, ma anche molte illustrazioni più “squadrate”.
In poche parole, vogliamo creare qualcosa che indosseremmo anche noi nella nostra quotidianità.
E forse anche qualche azzardo che ci prendiamo nel fare stampe a bordo maglia, a lato, allover.
Ah, io continuo a parlare al plurale perchè Clapsted è formata da più persone, io sono solo il suo ambasciatore per questa intervista.
Che cosa succede quando il design incontra l’artigianato?
Hai mai provato quella sensazione di soddisfazione in qualcosa fatto con le tue mani… ecco, è questo quello che succede! Poi succedono anche molte altre cose: risate, amicizie, passione per quello che fai, ma soprattutto farlo anche per passare del tempo assieme tra amici. Perchè no?
La parola “artigianato” non è messa a caso nel nostro sito, sai?
Noi utilizziamo dei capi fatti a mano uno per uno da un artigiano tessile delle nostre zone, assieme a lui abbiamo deciso il taglio da dare alle maglie e pian piano le stiamo perfezionando. Quindi ci sentiamo di dire che le magliette che stampiamo ce le sentiamo proprio NOSTRE, e ne siamo orgogliosi, anche perché c’è stato un bel lavoro di ricerca dietro.
Perché hai scelto la serigrafia per stampare? A proposito, utilizzi altre tecniche?
Ho scelto la serigrafia perché ho sempre avuto un’attrazione per questa tecnica di stampa (da quando frequentavo il Liceo Artistico), e penso che sia un ottimo compromesso per ottenere ciò che vuoi fare anche in tirature limitate.
Ci eravamo interessati anche ad altre tecniche, però, facendo un po’ di ricerche abbiamo visto che la serigrafia ha una grossa resistenza nella stampa e mantiene anche dei colori brillanti.
Se dovessi spiegare che cos’è la serigrafia a qualcuno che non ne ha mai sentito parlare, cosa diresti?
Ah ah ah…bella domanda. Sinceramente mi capita spesso, quando mi confronto con persone che non hanno nulla a che vedere con quello che fai nella vita, di cercare di non complicare la risposta e quindi dico: “hai presente il ritagliare una forma su un cartone, appoggiarlo a un muro e spruzzarci sopra con la bomboletta spray per far apparire la figura ritagliata? Ecco, il principio è simile, non è tanto più complicato.”
Acqua o Plastisol?
Plastisol, assolutamente.
Per due motivi: la resistenza più lunga ai lavaggi e la possibilità di mantenere più a lungo il colore nel telaio per poter stampare in momenti differenti lo stesso disegno e anche per fare prove d’intersezioni di colori, esperimenti.
Poi, so che c’è chi non la pensa come noi, ma il mondo è bello perché è vario no?
Cosa c’è nel vostro laboratorio?
Ma, il nostro è un laboratorio molto umile che stiamo creando col tempo.
Abbiamo una giostra a 4 colori, birre, racle di varia misura, e un sacco di telai (ebbene sì, so che vado contro i principi di alcuni, ma se ci serve riutilizzare un telaio per ristampare un po’ di maglie ce l’abbiamo li pronto).
Abbiamo anche una marea di grucce, un paio di pistole termiche perchè una cappa flash è ancora fuori budget e una bellissima pressa tutta nera per fissare il colore! (se era fuori budget la cappa flash pensa un forno IR). Oh, se vi abbiamo impietosito accettiamo regali (ride).
Abbiamo cominciato a fare serigrafia fai-da-te grazie soprattutto al Forum di CPL Fabbrika e ai consigli di Angelo Barzaghi, e continuiamo per questa strada… per ora… non vorremo fare il passo più lungo della gamba!
Per approfondire:
Clapsted sul web >>
Clapsted su Facebook >>