Fabio, Roma
Ok, vediamo di procedere con ordine.
1. attrezzatura per incisione telai. Il minimo indispensabile deve consistere in una lampada alogena di almeno 500-1.000 watt: può andare benissimo un faretto da esterno del tipo con il “coperchio” in vetro chiuso ermeticamente, e un piano su cui appoggiare il telaio da incidere.
Da quello che scrive credo di capire che l’esposizione alla luce sia stata fatta semplicemente appoggiando la pellicola sul lato da esporre del telaio.
La pellicola deve aderire perfettamente alla superficie del telaio e non deve far filtrare assolutamente luce. Quindi: si procuri un pezzo di polistirolo alto almeno il doppio della altezza della cornice del telaio e di una misura (base-altezza interne) di lati di un centimetro almeno più piccola di quelle del telaio.
Appoggi la parte interna del telaio su questo supporto e posizioni la pellicola sulla superficie esterna rivolta alla luce. Per far aderire perfettamente la pellicola al tessuto del telaio si procuri una lastra di vetro di almeno 0,5 mm e la posizioni sopra il tutto per far si che pellicola e telaio siano perfettamente aderenti. (se non vuole procurarsi tutto questo sul sito trova un sacco a vuoto che funziona alla grande).
Quindi proceda all’esposizione: tenga presente, in linea di massima, che la lampada deve avere una distanza dal telaio di una misura almeno pari alla digonale di quest’ultimo e in ogni caso la proiezione del fascio di luce deve coprire allo stesso modo la superficie del telaio.
Per un tessuto (presumo di colore bianco) da 90 fili provi con un tempo (lampada da 1000 watt) tra i 50 e i 70 secondi.
2. Stesura della gelatina
quanto detto per il tempo di esposizione vale a condizione che la gelatina stesa sul tessuto sia data in modo adeguato ed omogeneo: generalmente su un telaio da 90 fili consiglio di non esagerare con il numero di passaggi: se stesa correttamente una mano esterna ed una interna sono sufficienti e comunque non vada oltre a 2 passaggi esterni e uno interno (segua anche questo ordine per stenderla).
Il telaio poi deve essere messo ad asciugare: meglio se in un contenitore (forno) ad aria forzata ad una temperatura che non superi i 60° (può ovviare utilizzando un normalissimo asciugacapelli usando la posizione intermedia dell’aria calda) e in assenza di luce diretta.
Dopo la sua perfetta asciugatura (non è detto che 15 minuti bastino) il telaio può essere esposto alla luce e successivamente sviluppato sotto un getto d’acqua.
Tenga presente che i valori riferiti ai tempi di esposizione possono essere solo indicativi, variando a seconda della configurazione dell’impianto di esposizione e dalla preparazione della gelatina (più o meno diluizione del diazo), quindi qualche prova segnando i vari risultati in funzione del tempo-mani di stesura-distanza fonte di luce è d’obbligo.
Fatti tutti questi passaggi bagni il telaio sui 2 lati con acqua e lo lasci riposare così bagnato per una ventina di secondi: se l’esposizione è stata effettuata correttamente potrà iniziare a vedere la gelatina che non è stata colpita dalla luce perdere consistenza sciogliendosi e lasciando gradualmente libere le maglie del tessuto: lavi con un getto non violento fino alla completa apertura delle maglie, tamponi con un panno tipo pelle di daino sintetica e lasci asciugare perfettamente prima di procedere alla stampa.
Non ultimo in ordine di importanza, si accerti che il film trasparente (pellicola) che si è procurato abbia dei neri perfettamente opachi (non devono permettere il passaggio di luce) e una buona trasparenza dove non ci sono informazioni di stampa.
Come avrà notato sono molti i dettagli per eseguire un telaio correttamente e sicuramente questo spazio, per quanto grande, non permette di esaurire completamente l’argomento, ma spero che queste indicazioni le servano per raggiungere il suo obbiettivo: nel caso…torni a trovarmi e con qualche sua informazione in più arriveremo sicuramente ad una soluzione efficace.