Antonio, Barletta
Senza strumenti di misura non è possibile individuare il corretto tempo di esposizione al primo tentativo. E nemmeno al secondo: se si è bravi e anche un po’ fortunati ci riusciamo dal terzo test in poi.
Infatti, come lei sa, le variabili che determinano il corretto tempo di esposizione sono molte:
– la sorgente di luce
– la distanza dal telaio
– il tipo di emulsione e quindi la sua rapidità
– lo spessore dell’emulsione, che a sua volta è determinato in parte dalla mano che l’ha stesa, in parte dalla filatura del tessuto.
Per fare le prove supponiamo di lavorare con telaio a 55 fili, lampada UV da 5000W a 1,50 metri dal telaio, e strato di emulsione steso senza eccessi (l’emulsione ancora liquida, non deve colare dal telaio in verticale).
Il metodo utilizzato da tutti è quello detto “a forcella”:
– si fa una prima esposizione (nel nostro caso consiglio 3 minuti)
– si osserva il risultato
– si fa una seconda esposizione variando del 100% in più o in meno, a seconda del primo risultato
– Si osserva il risultato
– si fa una terza esposizione, variando del 50% in più o in meno, a seconda del risultato
Con ogni probabilità al terzo tentativo siamo vicini alla meta. Le successive correzioni, se necessarie, andranno fatte riducendo sempre di più la variazione: 25%, 12% .
Consiglio quindi di ragionare sempre a percentuali, e non a tempi assoluti: si individua meglio la correzione necessaria e il metodo rimane valido per qualunque tempo iniziale.
E’ utile ricordare che aumentando il numero di fili, per esempio lavorando a 120 fili/cm , il tempo di esposizione andrà dimezzato rispetto ai 55 fili.