Federico, Rovigo
L’occorrente per iniziare, oltre ovviamente a un piano di appoggio per stendere il capo da stampare ed eseguirne la lavorazione:
un telaio di almeno 40×50 (misure interne), tesato a 55/cm fili per iniziare opportunamente catalizzato per resistere agli inchiostri all’acqua (in alternativa può farlo incidere con della gelatina specifica eventualmente rimovibile in fase di recupero)
un kg di inchiostro per colore (se inizia con il nero aquisti solo quello per il momento) con relativo catalizzatore e scheda tecnica per il corretto utilizzo.
almeno una spatola per la miscelazione e per prelevare e riporre l’inchiostro prima e dopo le fasi di lavorazione
una racla con una gomma di durezza media (65 shore)
del nastro adesivo di carta (da cm 5 per proteggere le parti interne del telaio: il legno assorbe il colore e, qualora dovesse riutilizzare lo stesso telaio con un inchiostro bianco o comunque di colore chiaro, il residuo sulla cornice potrebbe contaminare il colore)
Se poi la stampa la dovrà eseguire su un piano su cui potrà infilare la t-shirt, si procuri anche dell’adesivo spray per mantenere fermo il tessuto sul piano.
E inizi da qui: una volta presa la mano allora prenda in considerazione anche l’opportunità di realizzare i telai in proprio: le serviranno un minimo di attrezzatura come lampada alogena di almeno 1000-2000 watt, e un minimo di struttura per poter stendere ed asciugare la fotoemulsione, esporre le pellicole e sviluppare e, se vuole, ne parliamo in un secondo momento in modo più approfondito.
Per quanto riguarda le differenze tra i tipi di inchiostro da lei citati ecco alcuni dati:
1:inchiostro a base acqua.
Sono inchiostri costituiti prevalentemente da acqua, pigmenti e leganti (a volte contengono anche una piccola percentuale di solvente) e devono essere scelti in base al tessuto specifico da stampare (cotone, misti, acrilici-sintetici ecc.). L’asciugatura avviene per evaporazione dell’acqua contenuta e viene favorita se esposto a tempertura elevata (140-170°) e ricircolo d’aria priva di umidità oppure aggiungendo dei catalizzatori che agiscono a freddo e servono, come nel caso dell’aria calda forzata, a dare stabilità ai colori durante i lavaggi.
2: Inchiostri a base solvente (ink per nylon).
Sono adatti a tessuti quali nylon, poliestere (ma esistono anche quelli specifici per vetra, pvc e materie plastiche, legno, abss ecc.) e si possono anche utilizzare su cotone e nisti o sinteetici, solo la garanzia di tenuta ai lavaggi diminuisce rispetto ai “colleghi” ad acuqa e la loro mano è decisamente molto secca, quindi poco adatta a capi di abbigliamento come t-shirt, polo ecc.
asciugano mediante evaporazione dei diluenti-solventi contenuti e questo può avvenire con dell’aria forzata anche a basse temperature (40-80°) o semplicemente all’aria.
3:Plastisol.
Sono inchiostri a base di pvc studiati specificatemente per l’abbigliamento e funzionano praticamente su tutti i tipi di tessuto, dal cotone ai misti, ai poliestere, elasticizzati ecc.: solo non contenendo nè acqua nè solventi asciugano esclusivamente per fusione a una temperatura di almeno 150-160°.
Sono molto più semplici da utilizzare e permettono l’utilizzo anche di telai con numero di fili alto (120-140 fili/cm) e non asciugano sul telaio, solo hanno assolutamente bisogno di un minimo di attrezzatura (cappe e forni) per la loro asciugatura.
Unico limite: non resistono ai lavaggi a secco e non possono essere stirati direttamente, ma occorre sovrapporre uno straccio o capovolgere l’indumento in quanto rinvengono ad ogni contatto con fonti di calore.
Per qulasiasi ulteriore chiarimento non esiti a contattarmi.
Grazie e a presto.
Angelo