Una finestra affacciata sul Canale della Giudecca, una paratia per bloccare l’acqua alta.
Ecco come fanno serigrafia a Venezia Paolo e Federico di small caps (scritto tutto minuscolo, ci dicono).
Ce lo raccontano loro, li abbiamo intervistati.
Ciao small caps, presentatevi voi ai nostri lettori. Chi siete e che cosa fate?
Siamo in 3, due persone e un cane, tutti architetti. Ci occupiamo di progettazione grafica e di comunicazione.
Da diversi anni lavoriamo come singoli professionisti; small caps è nato 2 anni fa, come reazione contro una grafica solo computer e service di stampa. Ora con la serigrafia lavoriamo quasi solo in modalità D.I.Y.
Com’è fare serigrafia a Venezia?
Diverso. Tutto è diverso su quest’isola. Non ci sono negozi per gli inchiostri, le tele, gli attrezzi, gli spazi affittabili sono piccoli, quindi niente giostre ed essiccatori, l’umidità incide sui tempi di essiccazione, abbiamo già stampato con l’acqua alta in studio fino a oltre le caviglie, tutti materiali vanno spostati coi carretti. E pensa che a noi piace così. E tanto.
Sappiamo anche che organizzate workshop di serigrafia. Ce ne parlate un po’? Chi partecipa ai vostri workshop?
Siiii. Ci piace un sacco. Ne usciamo ogni volta stupiti. Cerchiamo di passare le nostre conoscenze, cercando di far capire quanto la serigrafia possa liberare l’espressività del grafico e permettergli di raggiungere in autonomia risultati ottimi. Abbiamo avuto come studenti grafici in erba, illustratori, scenografi, fotografi, mamme, studenti universitari, anche una turista londinese. Quasi tutti ci contattano successivamente: vuol dire che stanno andando avanti, da soli, e noi così siamo contenti.
Se doveste spiegare che cos’è la serigrafia a qualcuno che non ne ha mai sentito parlare, cosa direste?
È quella roba che si usa per stampare le magliette. Anche se in realtà noi amiamo stampare su carta.
Tecnica serigrafica. Una cosa facile e una difficile da fare. Una che vi esalta e una che vi annoia.
Una cosa facile: variare uno dei colori, ed ottenere qualcosa di totalmente diverso.
Una cosa difficile: lottare con gli spessori inferiori ai 0,3 mm.
Una cosa esaltante: stampare dal vivo agli eventi davanti (e con) chi non l’ha mai visto fare.
Una cosa annoiante: assemblare le lastre in acetato.
Acqua o Plastisol?
Sempre e solo e forever h20.
Cosa c’è nel vostro laboratorio?
Una finestra in affaccio sul Canale della Giudecca, una paratia mobile per bloccare l’acqua alta, un soppalco con un bagno/camera oscura/camera luminosa di 2 mq, mai abbastanza libri, 3 piante, 3 tavoli. Poi il resto per lavorare e abbiamo finito lo spazio disponibile.
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