Prima di arrivare alla serigrafia, Stefano è passato per Brera (l’Accademia), si è fatto gli anticorpi visitando un bel po’ di festival e ha cominciato con un banchetto in legno e un paio di pinze a cerniera.
Oggi fa serigrafia con il nome di Coste-nine, ha tante idee e un bel progetto: creare un network di professionisti in stampe d’arte e magari creare un vero, suo, laboratorio.
Ecco cosa ci ha raccontato.
Ciao Stefano, presentati tu ai nostri lettori. Chi sei e che cosa fai?
Come nasce la tua Coste-nine? Perché questo nome?
Coste-nine è un soprannome datomi da un’amica un paio di anni fa, che subito mi è piaciuto e sono arrivato ad usarlo per la mia pagina Instagram e poi per altri social, come “maschera” per le mie creazioni. Sono un ragazzo iscritto al corso di grafica all’Accademia di Belle Arti di Brera e da sempre sono legato all’arte.
Dalla mia curiosità di provare, e di capire come funzionasse la tecnica della serigrafia, ho deciso di frequentare il corso di serigrafia in Accademia e da qui è nata la passione vera e propria.
Ho iniziato così ad informarmi e ho girato per diversi festival, in uno dei quali ho partecipato alla costruzione di un banco manuale con semplici pezzi di legno e pinze fai da te.
Questo è stato il mio primo banco manuale con cui ho potuto iniziare a fare i miei primi lavori; quest’anno ho avuto la possibilità di partecipare anche al festival di Paesaggi Sonori, dove ho potuto incontrare molta gente con cui ho poi stampato e sviluppato altri progetti.
Ora con queste persone stampo qualsiasi tipo di grafica su qualsiasi supporto; in questo momento stiamo anche cercando di fare un progetto che sia qualcosa di più che un semplice laboratorio serigrafico dove si fanno oggetti su commissione.
Perché proprio la serigrafia? Utilizzi o hai sperimentato altre tecniche di stampa? Quali differenze rispetto alla serigrafia?
Certo, utilizzo e ho sperimentato molte tecniche di stampa; come ho accennato prima, frequento l’Accademia di Belle arti di Brera e qui ho potuto imparare altre tecniche.
Dalle più tradizionali come la calcografia, alle più innovative come solarplate, stampa digitale e 3D.
Le differenze rispetto alla serigrafia sono innumerevoli, dal tipo di supporto utilizzato, alla matrice, dagli strumenti usati e via così dicendo. Impossibili da spiegare in poche parole.
Ho scelto la serigrafia perché è la tecnica che più mi rispecchia ed appartiene, quella che mi ha dato più soddisfazioni e con cui sono riuscito a sperimentare liberamente unendo diverse tecniche tra loro.
Se dovessi spiegare la serigrafia a qualcuno che non ne ha mai sentito parlare, cosa diresti?
La serigrafia è una tecnica di stampa che non prevedere l’incisione di lastre di legno o metallo, ma si incide, attraverso l’esposizione alla luce, uno strato di gelatina foto sensibile applicata in precedenza su un telaio tesato con fili di poliestere. La gelatina che non si è indurita durante l’esposizione, coperta dal disegno scelto, sarà l’unico punto di passaggio per il colore.
Questo tramite la racla filtrerà tra le maglie del tessuto fino a depositarsi sul supporto scelto.
Tecnica serigrafica. Una cosa facile e una difficile da fare. Una che ti esalta e una che ti annoia.
La cosa più facile è innamorarsene, come lo sporcarsi le mani d’inchiostro!
Esalta la stampa perfetta, quando alzi il telaio e vedi che tutti i piccolissimi dettagli sono lì sul tessuto o carta, la cosa che annoia è il dover pulire il telaio per quella piccola zona che si è chiusa e rende incompleta la grafica.
Cosa ti piace fare quando non serigrafi?
Mi piace tenermi occupato, quindi quando non serigrafo o non faccio altro in relazione a questo, mi piace disegnare, illustrazione, ascoltare musica e ampliare la mia passione per i film horror e trash, partendo da quelli in bianco e nero.
Acqua o Plastisol?
La maggior parte dei miei lavori li ho fatto con inchiostro a base d’acqua, ma non disdegno i plastisol, anzi proprio in questo periodo sto iniziando a fare delle prove.
Ovviamente quelli ad acqua sono comodissimi per iniziare a fare serigrafia, non hai bisogno di cappe, forni o termo soffiatori, ma di negativo c’è che non puoi arrivare a usare telai da 90 o 120 fili.
Bisogna sempre guardare alle caratteristiche del risultato finale che si vuole ottenere per usare i materiali giusti, sennò l’errore è dietro l’angolo.
Cosa c’è nel tuo laboratorio?
Tanto ordine nel disordine! Ora non ho un laboratorio mio vero e proprio, ci sto lavorando in questo periodo con degli amici, con cui stiamo creando un network di artisti e professionisti che fanno stampe d’arte e non solo, Landskap.
Il mio vero laboratorio consiste nell’oscillare tra la mia umida cantina e una stanza tra birre e casse in un’associazione di cui faccio parte, Frohike.
Quindi possiamo dire che il mio laboratorio è molto artigianale, con delle vere chicche del fai da te.
Dal bromografo avvolto in carta a pois, all’essiccatore che più che per la carta sembra quello per funghi.
Per approfondire:
Coste-nine sul web >>
Coste-nine su Facebook >>
Coste-nine su Instagram >>