Anna, Sicilia
Non esistono tabelle di questo tipo, perché le variabili sono tantissime: tipo di sorgente luminosa (metalalogena o neon), distanza della sorgente luminosa dal telaio, rapidità della gelatina impiegata, spessore della gelatina, numero di fili del telaio, colore del tessuto (bianco o giallo/arancio), caratteristiche del disegno da riprodurre (tratti fini o grosse campiture piene). Per questi motivi occorre che ciascuno effettui le proprie prove e si annoti i risultati per rendere il tutto controllabile e ripetibile. Si può però partire da un’indicazione di massima da cui poter partire: con luce neon UV distante 40 cm dal telaio, gelatina diazo/fotopolimera (di penultima generazione, la più utilizzata), stesa su un telaio a 90 fili bianco 2+2 bagnato su bagnato: partire da 4 minuti. Con lampada metalalogena da 5000 Watt posta a 1,5 metri dal telaio, altre condizioni come sopra: partire da 90 secondi. Gli affinamenti si fanno con il metodo della forcella: sullo stesso telaio, usando un cartoncino nero per coprire volta a volta le varie zone, si fa un’esposizione base, un’esposizione al 50% e una al doppio. In base al risultato, si fanno ulteriori esposizioni (su altri telai) con valori sempre a metà tra le due esposizioni più valide. Nel variare i tempi di esposizione è meglio ragionare sempre in termini percentuali: poiché le gelatine hanno in genere un’ampia latitudine di posa una variazione sensibile è sempre dell’ordine del 25%, mai meno. Per capitalizzare questi test, occorre annotare sempre i risultati conseguiti.