in quanto ho chiesto al mio comune di appartenenza e mi hanno riferito di rivolgermi a chi mi ha fornito il materiale; quindi a voi.
Gessica, Lerici
Il suo comune le ha dato un’informazione sbagliata perché, probabilmente , non conosceva la risposta.
Tutti i prodotti residui della lavorazione serigrafica sono considerati rifiuti “speciali” o rifiuti “pericolosi”, e devono essere affidati ad un’azienda di smaltimento locale che li ritira, rilascia apposita ricevuta e dietro pagamento provvede a smaltirli a norma di legge.
Per quanto riguarda in particolare i residui di lavorazione liquidi, come lo strippaggio (e anche l’emulsione del telaio sviluppato non fa eccezione) non può essere immessa nella fognatura, ma deve essere raccolta in recipienti e consegnata alla medesima azienda.
Proprio per questo motivo le serigrafie in regola con la normativa si sono dotate di una vasca di sviluppo telai a circuito chiuso, scollegata dalla fognatura e con sistema di depurazione inserito nel circuito.
In più la gestione dei rifiuti richiede un apposito registro di carico e scarico, che va compilato ogni volta che si producono rifiuti o che si smaltiscono. Per questo aspetto una sede locale di un’associazione artigiana, tipo CNA, potrà darle informazioni dettagliate.
Quanto scritto è valido per laboratori professionali, cioè per aziende, grandi o piccole, registrate e dotate di partita IVA.
Il privato che fa qualche stampa in casa propria potrà invece affidarsi al buonsenso e alla propria sensibilità ecologica. Tenendo presente che, in ogni modo, lo strippaggio è un liquido corrosivo, nocivo per gli animali e le piante, da usare con cautela e da smaltire con altrettanta cautela.